Tra natura e cultura

“Qui Filottete il Melibeo campione, la piccioletta sua Petelia eresse…” (Virgilio – III libro Eneide)

Le origini di Strongoli sono antichissime e gloriose, come testimoniano i rinvenimenti archeologici di notevole entità e prestigio, sparsi nei musei e nelle collezioni private di tutto il mondo.

La nascita ed il periodo romano

Secondo la leggenda, l’antica Petelia (odierna Strongoli) fu fondata nel 1185 a.C. dall’eroe Filottete di Melibea (città della Tessaglia) durante il suo viaggio di ritorno dalla guerra contro Troia. Diventata un fiorente centro della Magna Grecia, fu in seguito conquistata dai Romani. In questa epoca (III sec a.C.) si distinse per l’eroismo con cui si battè a fianco di Roma contro Cartagine nella II guerra punica, quando molte città, come Crotone, si schierarono con i Cartaginesi. Solo Petelia ebbe il coraggio di opporsi alle truppe puniche e resistette all’assedio di Annibale per ben undici mesi. Quando alla fine i Cartaginesi si apprestavano ad entrare nella città, ormai ridotta allo stremo, i Petelini lanciarono dall’alto delle loro mura il famoso grido, riportato dal poeta latino Valerio Massimo:
«Itaque Hannibali non Peteliam, sed fidei Petelinae sepulcrum capere contigit» («Così ad Annibale toccò prendere non Petelia, ma il sepolcro della fedeltà petelina») e incendiarono il paese.
Successivamente i Romani riconquistarono tutte le città perdute, compresa Petelia,  che fu dichiarata “libera e federata”: si governava con magistrati e leggi proprie; addirittura Roma le concesse il diritto di battere moneta con la scritta “Petelinon”.

 

Periodo greco-normanno

Il centro in epoca imperiale perse d’importanza. Solo in seguito alla guerra greco-gotica (535-553 d.C.), combattuta tra Ostrogoti e Bizantini, acquisì nuovamente prestigio nel VI sec., allorchè l’imperatore Giustiniano decise di edificare in cima all’acropoli
un Castello circolare (in greco “Strongylos”, “rotondo”, da cui il nome “Strongoli”). Nell’Alto Medioevo, nel X sec., il paese venne assediato e preso dai Saraceni, che lo governarono fino alla riconquista bizantina. Durante la dominazione normanna (1080-1194) Strongoli mantenne la sua importanza di centro fortificato e prestigioso, tanto che divenne sede vescovile, come dimostrano le numerose chiese e i monasteri giunti fino a noi.

 

Dagli Svevi al fascismo

Strongoli passò successivamente agli Svevi (1194-1269) e  agli Angioini (1269), sotto i quali fu  affidata prima ai Sanseverino (1349-1390) e poi al marchese Nicolò Ruffo di Crotone. Nel XV secolo il paese tornò ad essere amministrato dalla famiglia Sanseverino, fino a quando nel 1605 venne acquistato da Giovan Battista Campitelli per 70.000 ducati.
Ai Campitelli succedettero i Pignatelli (1767) fino alla fine della feudalità (1806).  In seguito, durante la conquista ad opera dell’esercito napoleonico, Strongoli rimase fedele ai Borboni e per questo fu assediata, saccheggiata e incendiata dalle truppe francesi (1806). Infine passò ai baroni Giunti, che ne furono i signori fino all’avvento del Fascismo.